sabato 28 aprile 2012

Esistono politici onesti?

Nel film di Luigi Magni del 1971, il protagonista, Publio Cornelio Scipione, uomo integerrimo e leale, ingiustamente accusato di peculato, davanti al Senato di Roma che lo deve giudicare, si autoaccusa delle più orrende nefandezze finchè Catone, Censore della Repubblica e suo principale accusatore, è costretto a dirgli di darsi una calmata: -non occorre strafare - gli dice - Essere meglio, no!, essere peggio è inutile...uguale...basta essere uguale... u -g - u -a- l -e...
E intendeva dire uguale agli altri. Quest'episodio mi viene in mente per spiegare perchè io, contro l'evidenza dei fatti, continuo ad aver fiducia in alcuni politici.
Ho militato per anni in un partito, il PCI, in cui la questione morale era molto sentita da noi militanti e la fiducia nei dirigenti era indiscussa. E i dirigenti ripagavano questa fiducia con un comportamento irreprensibile. Pasolini ebbe a scrivere che il PCI era ...un Paese pulito in un Paese sporco, un Paese onesto in un Paese disonesto, un Paese intelligente in un Paese idiota, Un Paese umanistico in un Paese consumistico... 


E Indro Montanelli, che non si poteva certo tacciare di filocomunismo, in una intervista disse che: - il Partito Comunista non era un partito, era qualcosa di mezzo fra la caserma e la chiesa, per entrare nella quale bisognava prendere i voti; e i voti si prendevano in un seminario chiamato "la scuola delle Frattocchie" dove si preparavano gli uomini di apparato, i quali si impegnavano a servire il partito ciecamente col sacrificio di qualsiasi interesse personale. Questi uomini formavano la più efficiente delle burocrazie italiane. Non c'è dubbio alcuno che il partito comunista sia stato un partito serio, veramente serio, molto più serio di tutti gli altri.

Ecco: io ho fiducia negli uomini che provengono dal PCI appunto perchè si sono formati in un partito serio che faceva della questione morale uno stile di vita. Ho fiducia in Bersani, in D'Alema, in Veltroni, in Giorgio Napolitano. Ho piena fiducia in questi uomini, e quando le cronache tentano di gettare qualche ombra su costoro, mi vengono in mente Pasolini, Montanelli e, perchè no, Publio Cornelio Scipione e Catone il Censore.
Viviamo in un paese, l'Italia, in cui l'anarchia (non nel suo significato nobile, ma intesa come menefreghismo) e la piccola illegalità sono largamente diffusi, direi quasi maggioranza.
E trovo il pensiero hegeliano pienamente rispondente al nostro caso: larga parte del popolo non ha volontà di essere libero. Libero dal bisogno, libero dai pregiudizi, libero dal conformismo, libero dalle proprie paure. E così troviamo la casalinga e il pensionato, il piccolo commerciante e il modesto artigiano, il disoccupato e il piccolo imprenditore che votano Berlusconi. Sfruttati che votano il loro sfruttatore.
In un disegno politico di ampio respiro, che intende unire non due partiti, ma un intero popolo, (questo è l'obiettivo finale del PD) è indispensabile che l'unione avvenga non fra buoni e cattivi o fra onesti e disonesti, ma fra UGUALI. (chi vuol capire, capisca).


sabato 15 ottobre 2011

IL METODO COSSIGA FUNZIONA SEMPRE -


[---]infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città» «Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri»

"Per il consenso serve la paura"[...] "
Un'efficace politica dell'ordine pubblico deve basarsi su un vasto consenso popolare, e il consenso si forma sulla paura, non verso le forze di polizia, ma verso i manifestanti" [...] "l'ideale sarebbe che di queste manifestazioni fosse vittima un passante, meglio un vecchio, una donna o un bambino, rimanendo ferito da qualche colpo di arma da fuoco sparato dai dimostranti: basterebbe una ferita lieve, ma meglio sarebbe se fosse grave ". "La gente deve odiare i manifestanti". Una situazione che farebbe crescere fra la gente "la paura dei manifestanti e con la paura l'odio verso di essi e i loro mandanti o chi da qualche loft, o da qualche redazione, ad esempio quella de L'Unità, li sorregge".

mercoledì 14 settembre 2011

Eravamo anche noi ... iraniani

Teheran, arrivano lezioni di sesso in dvd

Si trovano in farmacia, vendute migliaia di copie
«È una guida alla salute coniugale e sessuale»



Questa notizia mi ha fatto riandare con la mente a quando anche noi italiani  eravamo … iraniani. Infatti, chi ha la mia età ricorderà senz’altro quando, all’incirca fino alla fine degli anni sessanta, eravamo vittime di un  becero integralismo religioso. Il parroco dettava legge.  Il sesso era  tabù, vietato parlarne. I bambini non nascevano ma, nelle zone rurali del nord Italia, venivano trovati sotto un cavolo, nelle città era la cicogna a portarli, mentre nel nostro Sud, semplicemente si compravano al mercato.  A scuola, sui libri di scienze, il corpo umano, sia maschile, sia femminile, veniva raffigurato rigorosamente senza gli apparati genitali. In TV, parole che potevano conturbare i poveri ascoltatori e indurli a peccare, venivano sostituite da più innocenti sinonimi: l’avverbio “anche” con “pure”, il sostantivo plurale “pene” con “tormenti” ecc.
Mina, famosissima cantante e conduttrice televisiva, fu allontanata dalla Rai perché, da nubile, ebbe una maternità che fu ritenuta scandalosa.
I primi  accenni di emancipazione si ebbero con l’avvento del centrosinistra.  Le stanze dei bottoni non furono più regno incontrastato di funzionari bigotti e codini, succubi di una gerarchia cattolica ottusa e sessuofoba,  ma con l’insediamento di nuovi soggetti più aperti,  più laici, una ventata di aria fresca sembrò attraversare la Penisola. Nel 1967, un film fu la scintilla che diede fuoco ad una rivoluzione dei costumi: HELGA. Chi se lo ricorda? Fu un film- documentario dove si parlava di concepimento, di fecondazione, di nascita, di problemi sessuali.Un parto fu ripreso nei dettagli. Fu un successo enorme, campione di incassi. Con quel film, gli italiani impararono come nascono i bambini-

venerdì 9 settembre 2011

Cronaca di una tragedia scritta ben 47 anni prima che accadesse.

"Come sono state distrutte, come sono crollate 
quelle grandi e possenti torri di ghiaccio e d'acciaio
fuse da quale terrore?...
Quali fuochi, quali luci hanno smembrato,
nella collera bianca della loro accusa
quelle torri d'argento e d'acciaio
colpite da un cielo vendicatore?...
Le ceneri delle torri distrutte si
mescolano ancora alle volute del fumo
velando le tue esequie nella loro bruma;
e scrivono il tuo epitaffio di braci:
"Questa fu una città che si vestiva di biglietti di banca".



non è la cronaca della tragedia dell'11 settembre 2001
ma è la sesta parte da "Le rovine di New York" tratta dal poema
"Immagini di un Apocalisse"
scritta da Thomas Merton nel 1947 ! ! ! ! !

Per saperne di più:    www.cronologia.it

venerdì 2 settembre 2011

L'Uomo della Provvidenza

Siamo infinitamente grati alla Provvidenza
per averci mandato un uomo, la cui statura morale
è pari, se non inferiore, a quella fisica...

domenica 28 agosto 2011

Luoghi comuni

Si narra che un gentiluomo napoletano avrebbe combattuto 14 duelli per sostenere la superiorità del Tasso nei confronti dell'Ariosto. Al quattordicesimo duello, colpito a morte, avrebbe esclamato: - E pensare che non ho letto né il Tasso e né l'Ariosto !

Oggi i duelli non si fanno più, il Tasso e l'Ariosto non sono più di moda,
ma quanti di noi continuano a basare le loro convinzioni, non su esperienze dirette ma su luoghi comuni e sul sentito dire?

domenica 21 agosto 2011

Nuovo!

Salve a tutti!

         passavo di qua... 
            mi son fermato un attimo...